nasa__sett_2015Il colosso aerospaziale NASA ha deciso a Marzo di quest’anno di implementare definitivamente un sistema di tracciabilità dei propri assets al fine di ridurre le problematiche legate alle operazioni inventariali dei più di 250.000 beni sparsi tra centri spaziali, centri di ricerca e altre strutture presenti in tutto il suolo statunitense.

L’idea dell’agenzia è quella di ridurre i costi e le risorse dedicate ai processi di approvvigionamento, stoccaggio, picking e inventario rendendoli più rapidi ed efficienti grazie a tag passivi UHF.

Il sistema vede l’utilizzo di tag UHF Gen2 onmetal, dispositivi di interrogazione portatili, dispositivi di identificazione desk e ovviamente una piattaforma software per la tracciabilità e rintracciabilità dei beni. I prodotti tracciati sono principalmente di natura informatica, macchinari, vetture, videocamere e fotocamere, radio, elementi di laboratorio, strumenti di lavoro e calibrazione e altri particolari più o meno voluminosi unici appartenenti alla NASA e alle sue missioni.

Ovviamente quest’agenzia spaziale aveva già approcciato, con lo stesso partner,  la tecnologia a radio frequenze già nel 2012. Il sistema che fino a inizio 2015 era in versione prova, provvedeva, e ora provvederà, alla tracciabilità e rintracciabilità dei beni grazie a una piattaforma operativa integrata al sistema gestionale presente.

La scelta di implementare definitivamente la tecnologia per tracciare i propri beni è avvenuta a seguito di un’analisi delle migliorie ottenute grazie all’RFID: diminuzione del 30% del tempo totale di inventario senza perdita di efficienza operativa e logistica.