RFId: come funziona?
Acronimo di Radio Frequency Identification, RFId è il termine comunemente usato per indicare delle etichette intelligenti, dotate di un microchip con memoria non volatile, capaci di rispondere ad interrogazioni comandate da strumenti detti reader.
Il principio di funzionamento su cui si basano questi oggetti e’ detto di back-scattering e si tratta di un fenomeno elettromagnetico molto importante.
I TAG transponder sono oggetti passivi, che ricevono la potenza necessaria alla loro alimentazione elettrica direttamente dal campo elettromagnetico generato da un reader RFID. Il campo elettromagnetico deve essere quindi sempre presente affinchè l’etichetta intelligente possa rispondere. Cercando di trattare l’argomento in maniera molto semplice, il reader impartisce dei comandi ai tag fruttando una modulazione del campo elettromagnetico generato (la cui frequenza viene detta portante). Impartito il comando, il reader smette di trasmettere, mantenendo la sola portante attiva per alimentare i chip. Il chip interessato al comando risponde generando, e modulando, un onda riflessa, formando in questo modo un messaggio.
Figura 1: il reader, modulando la portante del campo elettromagnetico, impartisce dei comandi ai transponder.
Figura 2: il reader mantiene attivo il campo elettromagnetico per alimentare il transponder e quest’ultimo, modulando la sua impedenza d’antenna, genera un’onda riflessa di risposta al reader.
Il modo in cui il transponder è in grado di generare un’onda riflessa è grazie alla sua capacità di modulare l’impedenza di antenna, costituendo in questo modo un sistema non adattato e creando l’onda di risposta.
Questo aspetto evidenzia il motivo per cui i sistemi RFId passivi sono poco costosi ma delicati. Per prima cosa, i reader devono generare potenza necessaria e sufficiente per poter alimentare tutti i tag presenti nel loro campo e il campo generato deve concatenarsi sufficientemente con i transponder. In secondo luogo, la risposta di un transponder non e’ una risposta ad elevata potenza ma lo sfruttamento di un’onda incidente che viene riflessa, e modulata, per rispondere al lettore.