Scania è un famoso marchio nell’ambito veicoli industriali e i suoi prodotti sono autocarri, trattori stradali, autobus e motori diesel.
La sede del gruppo è Sodertalje (Svezia), luogo di nascita dell’azienda nel lontano 1891, mentre le catene di montaggio sono presenti oltre che nella sede originale svedese anche in Francia, Olanda, Brasile e Sudafrica. In Belgio, presso Opglabbeek, è presente invece il polo logistico europeo dell’azienda diviso in due parti Scania Parts Center 1 (SPC1) e Scania Parts Center 2 (SPC2) costruita e inaugurata nel 2013. Il polo belga Global Parts Distribution Center of Scania Parts Logistics gestisce circa 26.000 ordini e il trend è in crescita costante. L’altro polo Scania è situato in Brasile.
Scania già nel 2010 partecipò a un progetto di ricerca insieme all’istituto belga Flemish Institute for Logistics con l’obiettivo di capire cosa la tecnologia RFID poteva fare per l’ottimizzazione dei processi logistici gestiti nel SPC1. Lo scopo operativo era quello di monitorare i movimenti dei prodotti dalla costruzione alla spedizione. Il progetto soddisfò le esigenze svedesi ed ecco che con l’apertura del nuovo SPC2 arriva la necessità di allargare il progetto RFID del 2010. Il progetto è iniziato con i “classici” test funzionali nell’autunno 2015 per eseguire così il roll-out in modo sicuro ed efficiente. Questo secondo progetto ha previsto l’installazione di antenne presso due delle baie di carico dei poli al fine di monitorare il passaggio dei diversi contenitori utilizzati e riutilizzati per la movimentazione della merce. I test hanno avuto risultati positivi che hanno soddisfatto le esigenze del gruppo svedese.
Oggi, con il sistema RFID implementato nell’autunno scorso, Scania gestisce unicamente la spedizione della merce diretta oltremare. Con questo sistema si è riusciti ad accelerare in modo sensibile il tempo tra la spedizione e la ricezione della merce riducendo a zero gli errori. Solitamente questi container hanno al loro interno i vari contenitori “taggati” che vengono movimentati più volte. Un classico errore era inserire contenitori in un container che non prevedeva da documentazione la loro presenza. Così facendo il container veniva poi bloccato dalle dogane, perdendo molto tempo sia per il blocco del container che per la ricerca dell’errore.
Restiamo in attesa di eventuali aggiornamenti e ulteriori implementazioni del sistema da parte del colosso svedese.