I concetti basilari su cui si basano i nuovi sviluppi RFId (non solamente di NXP ma di tutti i produttori in grado di ascoltare i feedback provenienti dai realizzatori di soluzioni RFId) sono i seguenti:
– chip più sensibili, in grado quindi di rispondere a potenze elettromagnetiche irradiate inferiori;
– più sicuri dal punto di vista della privacy, poiché deve essere possibile spegnerli o renderli poco sensibili in particolari modi di funzionamento;
Alle due caratteristiche riportate sopra ogni produttore aggiunge ciò che ritiene più opportuno per realizzare un sistema più attraente e commercialmente interessante. NXP ha presentato due nuovi chip UHF che rispondono allo standard EPC Gen2: si chiamano G2iL e G2iL+ e promettono ottimi riscontri nei due punti evidenziati sopra.
Il nuovo UCODE g2i (package)
Hanno inoltre una caratteristica molto interessante: sono in grado di segnalare un allarme in caso qualcuno rompa il tag. Due pin del chip sono connessi tra loro tramite un sottile filo: quando qualcuno tenta di rimuovere il tag (scollandolo o rompendolo) danneggia in prima battuta questo sottile filo. Il tag segnala quindi un allarme trasmettendo il proprio ID ad un reader in ascolto, permettendo di intercettare immediatamente un tentativo di furto nel camerino oppure un tentativo di scambio etichetta tra due prodotti.
Per garantire la privacy, la possibilità di spegnere il tag è molto importante. Non si tratta di un KILL, ovvero dell’uccisione fisica del tag, quanto di una modalità segreta, in cui il tag non trasmette più il suo ID ma soltanto una sequenza di zeri. Il normale funzionamento si può ristabilire solamente a mezzo di password. Sempre a scopo di privacy, anche la diminuzione della sensibilità è un concetto molto importante. Nella modalità short range il tag è leggibile solamente a pochi centimetri di distanza, eliminando completamente la possibilità di false letture mantenendo comunque il tag acceso e leggibile.
Il chip è inoltre dotato di una interfaccia di comunicazione fisica per poter comunicare con dei microcontrollore. In tal caso non dobbiamo pensare tanto ad una etichetta quanto ad una PCB a cui è saldato il tag e la sua antenna: questa PCB può leggere i dati contenuti nelle memoria del tag tramite l’interfaccia fisica e la memoria può essere scritta via RF. L’utilità di una tale soluzione risiede nell’aggiornamento di un firmware piuttosto che la riprogrammazione di un codice di funzionamento in modalità wireless.
Già STMicrolectronics aveva proposto un prodotto con una caratteristica simile: il suo tag HF da 64KBit disponeva di una interfaccia I2C per la possibile connessione a microcontrollori. L’ampia memoria disponibile rende il novo chip di STM molto attraente proprio per riprogrammazioni on-the-fly di firmware.
I pad del nuovo UCODE.
G2iL+ ha anche la possibilità di connettere una batteria, rendendo il tag semi-passivo, e permettendo range di letture fino a 20metri di distanza. I responsabili NXP riportano che il range di lettura nel caso completamente passivo è pari a 10 metri.
La quantità di memoria è piuttosto standard: 128bits EPC e 64bits TID per entrambi.