La tecnologia RFId applicata alla tracciabilità delle autovetture in un concessionario è un’esempio di implementazione volta a migliorare l’efficienza a livello di offerta di servizio. Mi è venuta l’idea di scrivere questo articolo dopo aver letto la storia di un cliente che, in cerca di una automobile usata, ha perso un intero pomeriggio presso un concessionario che non riusciva a trovare la macchina che corrispondeva alle sue esigenze ma che avrebbe dovuto esserci, sia stando alla memoria del venditore sia guardando l’inventario a terminale.

In verità questa storia era riferita a un concessionario negli USA, quindi immagino che in pieno stile americano questi concessionari abbiano dimensioni molto grandi.

Comunque sia, indipendentemente dalle dimensioni del proprio parco usato, l’RFId può aiutare e non poco nel tenere traccia delle vetture e della loro ubicazione, sopratutto oggigiorno che il costo dei dispositivi è sceso in modo sensibile. Grazie all’RFId si può tracciare in modo automatizzato o semi-automatizzato gli spostamenti che una vettura subisce nel tempo all’interno del concessionario (parcheggio esterno, officina, lavaggio, parcheggio interno, etc…). Non è impossibile accomunare le esigenze di un concessionario, a livello logistico, con quelle di una qualsiasi azienda manifatturiera o un’attività commerciale. Riducendole ai minimi termini si nota come tutti hanno la necessità di avere sempre aggiornato a sistema il proprio inventario prodotti e conoscere l’esatta ubicazione di un dato bene al fine di non perdere tempo nella sua ricerca.
Grazie all’RFId non sarà più necessario girare a caso per il parcheggio alla ricerca di un dato mezzo.
Infatti con questa tecnologia sarà facile eseguire l’inventario delle proprie autovetture, averlo sempre aggiornato a sistema e avere chiaramente la posizione dell’autovettura. In sostanza si può avere la completa tracciabilità/rintracciabilità di ogni auto.

Ci sono case-histories di aziende importanti che hanno implementato l’RFId per tracciare i propri veicoli. Si legga per esempio l’articolo “Gestire il servizio clienti con RFId: Il caso BMW” nel quale spiego appunto come il colosso bavarese ha implementato la radio frequenza per gestire il proprio servizio clienti per aumentarne l’efficienza. Un altro colosso dell’automotive ha deciso di inserire l’RFId per tracciare la propria produzione di autovetture. Vedere l’articolo: “Tracciabilità della produzione: il caso Volvo“.

Ovviamente in questo articolo abbiamo parlato specificatamente di gestione del parco auto usate, ma ovviamente il discorso si può applicare anche al parco auto nuove o per gestire il magazzino ricambi.

Sicuramente nel riparleremo nei prossimi articoli.