Non tutti sanno come è organizzata la gestione della memoria all’interno dei transponder RFID. Con questo articolo cercherò di chiarirvi le idee.
I tag moderni sono quelli identificati come tag RFID Gen2 e sono composti da un’antenna e da un chip o per essere più precisi da un circuito integrato (IC). Questo chip contiene al suo interno 4 tipi diversi di memoria divisi in “banchi”:
- Memoria riservata;
- Memoria EPC;
- Memoria TID;
- Memoria dell’utente.
Memoria riservata
In questo banco di memoria sono inserite le password relative alle funzionalità particolari come quella di Kill o quella di Accesso. La password di killviene poco spesso usata e serve per disabilitare completamente il transponder. Quella di accesso invece viene utilizzata quando si vuole abilitare o inibire la possibilità di scrittura del tag. Entrambe queste funzionalità possono essere usate o meno, a seconda dell’applicazione e dei dati trattati. Personalmente non mi sono mai imbattuto in applicazioni che necessitassero l’utilizzo di queste particolari passwords.
Memoria EPC
Questa memoria contiene il codice EPC del tag. EPC significa Electronic Product Code ha una capacità minima di 96 bits riscrivibili. Questo codice è quello che viene usato come codice identificativo nella maggior parte delle applicazioni RFID. Questo banco è il primo che l’utilizzatore può modificare.
Memoria TID
Questa memoria viene usata solo per memorizzare il codice UID del tag stesso. Questo è il codice unico e univoco di identificazione del transponder. Questo banco non può essere scritto o riscritto da nessuno. Il codice viene inserito direttamente dal produttore e nessuno può modificarlo.
Memoria dell’utente (User Memory)
Si usa questa memoria in tutte quelle applicazioni dove non è sufficiente utilizzare il codice EPC e quindi si usa questo banco per inserire ulteriori informazioni da memorizzare e accoppiare al tag. Le memorie più piccole sono solitamente da 512 bits fino ad arrivare a capacità di 8Kbytes. Questo banco è il secondo che l’utilizzatore può modificare.
Termina così la nostra piccola descrizione relativamente a come è ordinata la memoria all’interno dei transponder.
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